Equilibrio
Creare immagini efficaci di realtà
La vita umana è un continuo oscillare tra la memoria del passato e l’anticipazione del futuro: un equilibrio ordinato e, allo stesso tempo precario, perché richiede un incessante lavoro di previsione. Quando,4 la confidenza con il contesto è tale da apparire superflua ogni esigenza di adattamento, l’equilibrio tende ad assumere una forma stabile, persistente, fino a cristallizzarsi in schemi pregiudizi, abitudini e automatismi sempre più rigidi e stratificati. Da una parte, però, questi «cristalli di immaginazione» sono scossi da eventi che irrompono nel quotidiano e lo sottraggono all’ordinario scorrere del tempo; il ritmo che alterna anticipazione e memoria viene interrotto, almeno provvisoriamente, dalla presenza totalizzante di un’esperienza (un incontro inaspettato, una notizia eclatante, una situazione destinata a cambiare il corse delle cose). In ogni caso, l’equilibrio si piega, e si spezza, mostrando così la sua impermanenza. Dall’altra parte, invece, è l’equilibrio stesso a rappresentare una debolezza. Se, infatti, si intende quest’ultimo come un processo in cui il potere di nominare porta alla luce alcuni elementi confinandone altri sotto la soglia della coscienza, ecco che saranno i non-detti, l’inconscio, a esercitare una continua pressione per rendersi evidenti. L’equilibrio, perciò, non è uno stato, ma un’azione. È la capacità di creare immagini di realtà efficaci agli scopi, consapevoli che esse sono ritagli temporanei nel flusso degli eventi.